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E' stata una visita piacevole, sicuramente da scoprire e da vedere. Gentile accoglienza e suggestivi racconti.
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Data dell'esperienza: ottobre 2020
1 voto utile
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Abbiamo soggiornato in un B&B tre perle dove la titolare super gentile ci ha consigliato questa piccola meraviglia nel centro storico. Da visitare assolutamente
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Data dell'esperienza: agosto 2020
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Bellissima visita guidata, peccato che risulti chiuso mentre in realtà è aperto. Consigliata la visita.
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Data dell'esperienza: agosto 2020
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fabrylamas ha scritto una recensione a feb 2020
Provincia di Cuneo, Italia1’773 contributi3’087 voti utili
+1
Il frantoio è ubicato sotto Palazzo Granafei, in pieno centro storico. È dotato di diverse presse olearie, di una macina del secolo XVII e di altre antiche attrezzature utilizzate per la produzione del così detto olio lampante, che Gallipoli esportava in tutta Europa. Vi è la possibilità di effettuare visite guidate della durata di circa 30 minuti, durante le quali viene illustrata la storia del frantoio e le modalità con le quali veniva estratto l'olio, che per secoli ha costituito una grande fonte di ricchezza per i contadini del luogo. Ingresso € 1,50…
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Data dell'esperienza: agosto 2019
9 voti utili
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alessandra_biondi3 ha scritto una recensione a gen 2020
Ferrara, Italia19’982 contributi2’937 voti utili
+1
La visita al frantoio è stata ben spiegata e mi ha interessato molto, Gallipoli nel 600/700/800 era famosa per la produzione di olio lampante per la luce artificiosa poi nel 1860 cadde in disuso per altra fonte di alimentazione. Abbiamo visitato uno dei frantoi sotterranei di Gallipoli (nella città ve ne erano 35, in tutto 100 sale sotterranee).In questi luoghi angusti e privi di luce gli operai lavoravano 9 mesi all'anno, spremendo una decina di quintali al giorno, solo a Gallipoli (che era porto franco) si producevano 77000 q.li di olio all'anno. In questo frantoio abbiamo capito la lavorazione, la macina del 1600 spremeva sulla doppia piastra facendo cadere dal piatto piccolo a quello più grande le olive spremute e poi veniva riportato sopra sino a che diventava poltiglia, poi trasferita nei fiscoli e compressa nei torchi che diventava liquido da cui avveniva la separazione di Sansa utilizzata come fertilizzante, acqua oleosa usata per fare saponi e olio acido usato per illuminazione. Mi sono immedesimata nel racconto della forza degli operai del posto e l'ho trovato davvero "toccante".…
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Data dell'esperienza: gennaio 2020
1 voto utile
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