Il profumo di croissant mi solletica le narici e un rumore di passi sulla ghiaia, leggero, accompagna il mio risveglio. Apro gli occhi. Scendo dal letto e mi affaccio alla finestra che dà sul giardino. Anna e Nadia stanno allestendo i tavoli per la colazione, i loro gesti sono precisi, i movimenti silenziosi.
In pochi minuti sono davanti al buffet: frutta, torte, yogurt, salumi, formaggio, succhi di frutta, pane, marmellate e addirittura un favo di miele. Per i miei gusti, non manca nulla. Mi siedo e il sorriso di Anna e Nadia anticipa l’arrivo del cappuccino (non ho bisogno di ordinarlo, da un anno all’altro loro due si ricordano cosa bevo al mattino). La pasta frolla della crostata all'albicocca è croccante e friabile e, mentre faccio il bis, qualcuno alle mie spalle augura il buongiorno agli ospiti dell’hotel: è Monica, ha parcheggiato l’auto e si avvia verso la reception, il regno che condivide con Paola. Se chiedo un consiglio su un luogo da visitare, sulla meta più adatta per un giro in bicicletta o su un ristorante sfizioso, Monica e Paola mi suggeriscono l’idea giusta. E la premura e il riguardo che ricevo mi fanno pensare a quegli amici di vecchia data con cui ti senti sempre a casa.
Temporeggio qualche istante al fresco delle piante e risalgo in camera. Per le scale incontro Elena e Tiziana, già impegnate nelle pulizie e sempre disponibili ad aggiungere accessori e prodotti igienici nelle stanze. In realtà sono disponibili anche per una parola di conforto e un abbraccio, quando capiscono che ce n’è bisogno.
Conclusi i preparativi, faccio rotta verso la spiaggia. L’ultima giornata al mare trascorre tra tuffi in acqua e molta lettura, sotto l’ombrellone.
Rientro in albergo. Dopo la doccia, dalla camera sento il rastrello sulla ghiaia e il getto d’acqua sulle pietre: Cesare ha ripulito il cortile dalle foglie secche e con la pompa sta lavando la scalinata d’ingresso. Scendo in tempo per godermi un aperitivo in giardino e incontro Nicola, così scambiamo qualche parola sui nostri viaggi e su una manifestazione letteraria (più tardi avrò modo di approfondire l’argomento grazie ai consigli di Elena e al suo entusiasmo contagioso), poi lui scompare in cucina. Cesare e Nicola sono fratelli, gli ingredienti di un cocktail che in perfetto equilibrio dosa pacatezza, cortesia e disponibilità, ma anche prontezza e determinazione quando servono. Giro la cannuccia nel bicchiere, osservando i riflessi lucidi e le foglie di menta dell’Hugo (quest’anno va molto di moda e, a dispetto di ciò che credevo, non è il nome di un cane), finché arriva il momento di sedersi a tavola per la cena. Cesare mi propone un vino biodinamico prodotto in zona, quindi mi concentro sulle pietanze che Francesca e Marco servono con attenzione e garbo. Antipastini, lasagne di mare, gamberi in guazzetto: trovo tutto delizioso, compreso il tiramisù offerto come dolce del giorno.
Terminata la cena, mi fermo sul lungomare ad ascoltare la presentazione di un romanzo. Penso a cosa mi aspetta l’indomani, al viaggio in treno e al ritorno al lavoro. Poi chiudo gli occhi e provo a immaginare i volti che ritroverò all’hotel I Pini, la prossima volta, e le mie labbra piegano in un sorriso.