Faccio una premessa: scrivo da italiano; gli americani che avessero il coraggio e la bontà di leggermi vedranno in queste righe ciò che appare agli occhi di un osservatore esterno, e non è detto sia la verità, e nemmeno la realtà.
Il mito dell'America, per me, ha molte facce. C'è quella dei polizieschi/noir in bianco e nero degli anni ’40 – ‘50, c'è quella del teatro di Tennessee Williams, c'è quella di Fernanda Pivano, c'è quella della ribellione contro la guerra nel Vietnam, c'è quella di Kerouac.
Questo locale sembra fatto apposta per metterti dentro a un film (a colori) degli anni ‘50 (e infatti in questo modo l'ho trovato descritto qui su Trip Advisor).
I mobili, i colori, le luci, il bar, e naturalmente la bravissima cantante del bravissimo trio che ha esaudito qualche mio vecchio sogno (sentir cantare dal vivo, in America, When The Saints Go Marching In, e, naturalmente, My Way).
Sedermi davanti al bancone e ordinare finalmente un vero bourbon dentro un vero bar americano non ha avuto prezzo. Mi sembrava di veder entrare da un momento all'altro Walter Neff di Double Indemnity.
Si mangia bene secondo i riti americani e il posto, per chi si trova da quelle parti, merita sicuramente il viaggio (non solo per la location).
Era buona la zuppa di cipolle, era buono il Pacific Snapper (pesce a me sconosciuto) servito con burro, broccoli, patate e aglio, e ovviamente buona anche la bistecca. Buoni anche i dessert (nel mio caso, torta al cioccolato). Ho provato, assaggiando a giro i piatti delle persone che erano con me, anche altre cose ma non ne ricordo il nome. Chiedo scusa, però con questo voglio dire che tutto ciò che ho provato andava bene.
Carta dei vini non grandissima ma ben calibrata sui californiani e argentini, con qualche fuga (non di eccellenza) verso l'Italia e la Francia. Travolto dalla cinematografia ho scelto uno Shiraz californiano di Francis Ford Coppola e non me ne sono pentito. Anche la carta delle birre pare sia molto buona (così mi dicono).
Servizio inappuntabile (a noi ci ha servito Anthony).
Per finire, di nuovo una citazione per il trio musicale e per la cantante. Veramente brava.