C’è poco da dire, il locale promette bene. Il servizio è impeccabile e di livello medio/alto; non è assolutamente assillante, bensì preciso ed esperto della tradizione enogastronomica del territorio piceno. Abbiamo assaggiato 6 antipasti: insalata di seppie con salsa al lime e the verde (voto 7/10); baccalà fritto su letto di vellutata di zucca e melograno (10/10, lo consiglio, veramente eccezionale); filetto di pesce spada marinato nel mojito, servito con menta (9/10, una piacevole sorpresa); alici impanate al forno con cipolla caramellata e uva pssa (8/10); polpo e purea di patate, guarnito con acqua di olio e acqua di pomodoro (10/10, un’accoppiata sicura e vincente, perfettamente preparata dallo chef), mazzancolle servite su crema di carciofi (voto 9/10, è stato il primo antipasto e da lì abbiamo capito che la serata prometteva bene). Come primo ho puntato su un classico della cucina sambenedettese: gnocco al ragù bianco di mare (9/10). Sono rimasto positivamente sorpreso del pane, preparato dallo chef: viene servito in un cestino in legno contenente pane preparato con farina tipo 1, pane con farina ai 5 cereali e cacciannanz (focaccia tipica). Da bere ci è stato offerto uno spumante ad inizio serata, accompagnato da una degustazione di olio locale (consiglio di assaggiarlo con la cacciannanz); per tutto il corso della cena abbiamo avuto modo di degustare una passerina locale (Le Caniette, Lucrezia 2017).
Abbiamo concluso la serata con un’ offerta di dolci sensazionali, preparati dallo chef.
Unica pecca è la posizione e l’aspetto esteriore, ma non sempre l’eccellenza è rappresentata da questi due elementi (vedi Uliassi, ad esempio).
Il locale non è enorme, ma accogliente e molto curato nei dettagli.
Degne di nota sono le intuitive proposte organizzate dai titolari che si impegnano ad elaborare alternative alle classiche serate passate nei ristoranti.
Rapporto qualità/prezzo ottimo.
Dire che ci tornerò, è scontato.